Le politiche di emergenza contro il caro bolletta
Presa di posizione della Legacoop: servono politiche di emergenza e interventi pubblici incisivi che accompagnino verso l'uscita da questa tempesta perfetta
"Servono politiche di emergenza e interventi pubblici incisivi che accompagnino verso l'uscita da questa tempesta perfetta". Così Mauro Lusetti, presidente di Legacoop, torna a chiedere un intervento del governo contro il caro-energia.
Commentando i risultati dell’analisi congiunturale realizzata dall’Area Studi di Legacoop sugli andamenti delle cooperative aderenti nel quadrimestre aprile-luglio e, in particolare, alle previsioni per i prossimi mesi, osserva come i prezzi dell’energia alle stelle, aumento del costo del danaro, carenza di manodopera stiano "pesantemente condizionando la vita delle nostre cooperative, compromettendo il risultato dell’anno in corso e, in alcuni casi, la continuità aziendale".
In testa ai problemi l’impennata dei costi dell’energia e delle materie prime e la reperibilità di materie prime e di materiali. Per alleviare l’incidenza della crescita inarrestabile dei costi dell’energia, il 38% delle cooperative dichiara di essersi dotato di impianti di produzione di energia rinnovabile, quasi esclusivamente da fonte fotovoltaica. Tra gli altri ostacoli, la scarsità di manodopera, indicata dal 41% delle cooperative (in aumento di 17 punti percentuali), gli impedimenti burocratici (24%) e la liquidità a breve termine (24%). Per quanto riguarda quest’ultimo tema, da segnalare che il 60% delle cooperative che negli ultimi mesi hanno richiesto dei finanziamenti ha registrato un aumento dei tassi di interesse (un dato in crescita del 32%), il 25% dei tempi di concessione, il 24% di altre condizioni e il 19% delle garanzie richieste.
Tutti elementi che concorrono a delineare un quadro previsionale caratterizzato da un deciso rallentamento delle prospettive di crescita. Le previsioni di aumento della domanda di prodotti/servizi calano drasticamente, passando dal 33% della precedente rilevazione al 23%. Fanno eccezione la cooperazione sociale, l’industria delle costruzioni e l’agroalimentare, mentre un sentiment decisamente pessimista si registra per le attività manifatturiere e la distribuzione, che evidenziano un saldo negativo.
Tendenze analoghe per l’occupazione. Le previsioni di aumento calano di 5 punti rispetto alla rilevazione precedente, passando dal 25% al 20%, con aspettative di riduzione dell’occupazione che segnano i valori più elevati nelle cooperative di consumatori e distribuzione, nelle culturali e nelle attività manifatturiere.
Le previsioni per i prossimi mesi amplificano la tendenza ad un rallentamento della crescita evidenziato dai risultati del quadrimestre scorso dove, accanto ad una sostanziale invarianza del posizionamento nei mercati di riferimento e una prevalente stazionarietà dell’occupazione, emerge un calo di due punti nella domanda di prodotti/servizi registrato dalle cooperative.
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