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Bonometti: 'si scioperi bene. A rischio 1 milione di lavoratori'

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Il presidente di Officine Meccaniche Rezzatesi va giù duro: 'Landini sciopera per il nulla. E sarà devastante la decisione della transizione ecologica'

''Lo sciopero generale? Per il nulla, mentre l'Italia rischia di perdere più di un milione di posti di lavoro Landini sciopera per il niente. E' evidente che al sindacato di difendere i posti di lavoro non interessa, gli operai non se li filano più, forse al sindacato interessano altre cose''. Spara ad alzo zero Marco Bonometti, presidente ed amministratore delegato di Officine Meccaniche Rezzatesi, gruppo speciadalizzato nella componentistica per automobili, dopo che il Comitato interministeriale per la transizione ecologica ha definito l'eliminazione graduale entro il 2035 delle automobili nuove con motore a combustione. ''E' un fatto gravissimo che tre ministri del Paese decretino la morte dell'industria dell'auto in Italia. Le conseguenze saranno devastanti. Si sta parlando di un settore che vale il 7% del pil italiano. Vogliamo perdere il 7% del pil? La strada è quella giusta''.

Per l'industrale quanto deciso dal Cite al quale partecipano Cingolani, Giorgetti e Giovannini ''fa parte di scelte ideologiche più che economiche, ma la politica impone anche di valutare le conseguenze di certe decisioni che impattano direttamente sulla vita delle persone; la politica forse non si è resa conto del danno sociale che può provocare''.

Bonometti ricorda che ''oltre ai 60mila lavoratori del comparto, ci sono quelli di tutta la filiera, dai concessionari ai meccanici ai servizi. Oltre un milione di posti, lo ribadisco. E' stato stimato che già un annuncio del genere fa chiudere il 50% delle piccole e medie imprese. Anche perchè questo disegno del 2035 sarà anticipato nei fatti dalla gente di almeno 5-7 anni, dato che nessuno si compra un'auto se non sa per quanto tempo potrà utilizzarla''.

L'ex presidente di Confindustria Lombardia chiede al governo di spiegare ''come intende affrontare il processo di transizione energetica: tempi e modi. Perchè se non dice come e dove si produrrà l'energia, è inutile che dica cosa sarà l'auto nel 2035''. Secondo l'industriale con questo scenario gli imprenditori automotive che non vorranno soccombere andranno via dall'Italia. ''Questa e' l'occasione per accelerare la delocalizzazione. Il governo si preoccupa di come penalizzare le imprese che delocalizzano, ma con decisioni come questa è ovvio che aumenteranno sempre di più quelli che andranno all'estero. Io che sono presente in 5 continenti mi sto accorgendo che l'Italia è quella più penalizzata dal punto di vista della competitività, del fare impresa, ma siccome sono italiano e lombardo voglio continuare a fare questo lavoro anche qui. Quindi mi batterò per difendere l'industria manifatturiera dell'auto italiana fino alla fine''.

Certo nessuno nega che vi sia un forte problema ambientale, ma si ritiene che occorra una strategia comune: ''le scelte dell'Europa devono essere condivise a livello mondiale. Non possiamo accettare che l'Asia faccia delle scelte e l'America delle altre: l'Europa si troverà schiacciata tra queste due potenze e l'industria dell'auto europea distrutta'' Anche perchè, spiega Bonometti ''mentre i tre ministri fanno dichiarazioni roboanti gli altri paesi hanno inserito ingenti risorse per accompagnare questa transizione, noi invece non abbiamo visto ancora nulla. Il governo è assente di fronte a qualsiasi iniziativa, anche proposta da noi, per difendere l'auto che noi riteniamo essere un settore strategico anche dal punto di vista tecnologico e dell'occupazione''.

Gli imprenditori dell'automotive ''sono aperti al confronto e vogliono sicuramente aderire agli obiettivi di miglioramento climatico purchè siano condivisi con gli altri continenti. Chiediamo una rimodulazione del pacchetto avanzato dalla Commissione nei contenuti e nei tempi di attuazione e proponiamo di arrivare al 2030 con il 45% in meno di emissioni anzichè il 55% e lasciare libero il 2035, da definirsi in funzione dell'evoluzione delle tecnologie e delle soluzioni che verranno trovate''. Ma non solo: gli industriali propongono di fare un ''confronto tra i vari sistemi di trazione in base alle energie adottate: energia elettrica, metano, biometano, idrogeno carburanti vegetali così da fare una valutazione dei parametri delle prestazioni e ambientali su tutta la durata della vita di una vettura dalla produzione fino a a fine vita. Iniziamo a lavorare su questi punti se davvero vogliamo migliorare l'ambiente e salvaguardare l'industria dell'auto''.

2 anni fa
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

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