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La superbomba russa tra propaganda e grande offensiva

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Mentre l'esercito russo sposta ingenti mezzi sul confine c'è chi crede che l'allarmismo sia ingiustificato e faccia parte di un altro piano

"Negli ultimi venti, venticinque giorni si è iniziato a notare l'arrivo sul territorio russo di treni con sopra gli ultimi carriarmati, i T14, insieme ad altri veicoli molto moderni. Il che può significare due cose: o che stanno tirando fuori le ultime cose perché non hanno altro o che si vogliono giocare il tutto per tutto con gli armamenti più all'avanguardia. Si comincia a vedere, sia dalle parti di Mariupol che delle retrovie in Russia, una certa concentrazione di elicotteri da attacco e di aerei da combattimento. Queste cose le metti concentrate vicino al fronte quando hai idea di partire con qualcosa di grosso. Non è escluso che i russi cerchino di concentrare il maggior potere possibile in previsione di una grande offensiva. In questo contesto si potrebbe inquadrare anche il paventato utilizzo di ordigno termobarico secondo solo alla bomba atomica quanto a potenza distruttiva". Lo dice il generale Paolo Capitini, docente di Storia militare alla Scuola Sottufficiali dell'Esercito di Viterbo.

"Gli ucraini potrebbero avere delle prove del fatto che i russi siano in realtà a corto di armamenti, ma potrebbe anche trattarsi di una semplice propaganda per dar coraggio ai propri soldati - spiega il generale - Ad oggi, tuttavia, quello che è oggettivo è che ad essere in difficoltà sono gli ucraini, bloccati dentro Bakhmut. Se faranno qualcosa i russi da qualche parte potrebbe esser proprio lì, a Bakhmut, o a Vuhledar, leggermente più a sud, prima che inizi a piovere davvero e tutto non si trasformi in un pantano dove carri armati, camion cingolati non si muovono, limitando così il loro vantaggio. I russi hanno una ventina di giorni per agire, diciamo fino all'inizio della primavera".

"Ogni tanto la Russia mette in circolazione notizie terrificanti sulla letalità dei sistemi d’arma posseduti con l’intento di seminare terrore e fiaccare la volontà di combattere e resistere degli avversari. La bomba da 1500 kg non sfugge a questa logica anche se, rassegnando gli inventari delle più disparate aeronautiche, si può rilevare la disponibilità di sistemi ben più performanti, come, ad esempio, la Daisy Cutter statunitense del peso di 8500 kg. Oltretutto, contrariamente a quanto si legge sui giornali, non è vero che la bomba sia immune alla risposta della contraerea: il pilota russo che la sgancia comunque si espone a un rischio". Così il generale Leonardo Tricarico, ex capo di Stato maggiore dell'Aeronautica e attuale presidente della fondazione Icsa.

"Non essendo la bomba russa propulsa da alcun motore, pur essendo planante - spiega il generale - espone il velivolo lanciatore alla risposta della contraerea e nel caso dell’Ucraina in fase di irrobustimento significativo con i sistemi occidentali. Altro punto particolarmente interessante e di non semplice valutazione sarebbe conoscere quanti sistemi la Russia possiede, essendosi finora segnalata nella guerra nei cieli come dedita ad usare armamento non preciso o sofisticato. Il punto vero sarebbe quindi sapere su quanta autonomia possa ancora contare con questi ritmi. Al di fuori di questi exploit di propaganda a beneficio della sua opinione pubblica e ad intimidazione dell’avversario".

1 anno fa
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

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