Visitate Gijón, città della Semana Negra e del sidro
Dal 7 al 16 luglio nella cittadina delle Asturie giorni dedicati alla letteratura poliziesca ma dedicatevi anche al food
San Pedro è alle spalle. La parte spirituale della città lascia spazio a quella prosaica, a quella che si sposa con la vita di tutti i giorni, quella che fa i conti col Male. Forse è per questo che la Semana Negra si svolge immediatamente dopo la festa più sentita a Gijón: il nostro San Pietro, celebrato il 29 giugno, abdica a favore della splendida carrellata di eventi che abbracciano la letteratura gialla, noir, poliziesca noti come la Settimana Nera, che qui, nella seconda città delle Asturie (prima c'è il capoluogo, Oviedo, scalo aereo fondamentale), nella Spagna nordoccidentale, vede incontri con la narrativa di genere di ispirazione ispanica da ben 36 edizioni.
Una gita a Gijón è d’obbligo, quindi, nel periodo che va dal 7 al 16 luglio, dove si rischia di andare in overdose per via di tutti gli incontri letterari che un’organizzazione pressoché perfetta ha messo in atto. Altro che settimana, qui si vive di letteratura al minutaggio in quei giorni che superano abbondantemente i canonici 7. Non c’è domenica (o giorno) di riposo, con buona pace di San Pedro.
Al di là degli aspetti squisitamente letterari, Gijón è una città che merita una toccata, lasciando per una volta perdere le mete come Barcellona, Madrid, Ibiza o la Costa del Sol. Le vacanze si svolgono anche in nome della cultura, anche perché qui il sole c’è, come anche la tavola. Ma scopriamo questa città che in Italia conosciamo per due banali motivi, molto italiani: i biancorossi dello Sporting annientarono il primo Milan di Sacchi, quello che poi vinse tutto quello che c’era da vincere nel calcio, e poi per la prorompente bellezza mediterranea e gitana che è ancora oggi Natalia Estrada, che furoreggiò sugli schermi Mediaset.
La città s’affaccia sul golfo di Biscaglia e non è un caso che sia protagonista nella cantieristica navale (dal 1480…), attiva sul fronte dell’esportazione di carbone, rame, ferro, zinco, pesce e prodotti agricoli, giusto a metà strada tra il porto di Santander, a est, e quello di Ferrol, a ovest. Ma è un errore soffermarsi soltanto guardando l’orizzonte del mare stando sulle ampie spiagge protette da scoscese pareti rocciose, guardatevi attorno e alle spalle, troverete boschi di castagni e distese per l'allevamento del bestiame. E come distrarsi con la tavola? È forse facile resistere alle tentazioni culinarie? E allora aggredite le sardinas a la plancha più salsicce in nome della democratica alternanza tra mare e terra.
Ma se volete immergervi nelle tradizioi asturiane allora non potete sbagliare: il cachopo, un piatto pressoché unico, vale a dire due filetti di manzo con una panatura di uovo e pangrattato, ripieni di prosciutto e formaggio fuso. Ancora, il Chorizo a la sidra: un piatto semplice e saporito, che coniuga due tipicità asturiane, cioè il chorizo, la salsiccia locale, cotto all’interno del sidro insieme ad alcune foglie di alloro. Poi, ecco Bollos preñaos, un pane cotto al forno con una salsiccia all’interno, accompagnata al sidro (sidra).
E poi sua maestà la fabada: un piatto elaborato a base di fagioli bianchi e grandi (appunto fabes in asturiano) e con il cosiddetto compango, un mix di carni tra pancetta, salsiccia, sanguinaccio. Da gustare nelle fredde giornate invernali ma chi arriva qui non potrà fare a meno di assaggiarlo.
E da bere? Non sbagliate. Il sidro. Un autentico simbolo di identità locale, prodotto con le mele della regione, versato con il metodo dell’escanciado, una pratica con cui il sidro si serve da una certa altezza, tenendo in alto la bottiglia con una mano e facendo cadere la bevanda sul bordo del bicchiere, così si ossigena e si assapora il gusto appieno. Alla salute, Gijón.
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