Consumatori in positivo ma male le imprese
L'analis della Confesercenti sui dati Istat con il progressivo deterioramento del clima di fiducia delle imprese
"Un peggioramento che desta preoccupazione. I dati Istat di giugno confermano, per il secondo mese consecutivo, il progressivo deterioramento del clima di fiducia delle imprese. Un calo che coinvolge tutti i comparti tranne le costruzioni, e che è particolarmente grave per i negozi della distribuzione commerciale tradizionale, il cui indice di fiducia perde oltre quattro punti in un mese e oltre undici da marzo di quest’anno". Così in una nota Confesercenti.
"Mentre la fiducia dei consumatori - sottolinea - manda dunque segnali rassicuranti, le imprese appaiano sempre condizionate dal quadro di alta inflazione, reso più complicato negli ultimi mesi dall’aumento dei tassi di interesse stabilito dalla Bce che prevede un ulteriore aumento dei tassi a luglio: un intervento di politica monetaria che sta avendo un forte impatto su credito, consumi e investimenti. Sul crollo dei negozi, invece, incide la frenata dei consumi imposta dal caro-vita, che colpisce soprattutto le piccole superfici che hanno meno mezzi della grande distribuzione organizzata per contenere l’aumento generale dei prezzi, e vedono calare volumi di vendita e margini. A pesare sugli operatori, in particolare, sono i giudizi sulle vendite che segnano una caduta significativa: da 11,9 di maggio a -6,9 di giugno. A giugno cala anche - di ben 11 punti rispetto al mese precedente - l’indice di fiducia de servizi turistici, un peggioramento su cui ha inciso il caos dell’alluvione in Romagna e il meteo incerto di inizio giugno".
"Sono, dunque, dati che ci consegnano una lettura a due facce. Bene per i consumatori e decisamente meno bene per le imprese. Nella distribuzione tradizionale si rischia una ulteriore uscita di migliaia di imprese. Una ossatura, quella del dettaglio tradizionale, che ha ora più che mai l’esigenza di essere sostenuta con interventi che ne migliorino la competitività e permettano loro di agire in un quadro normativo che non le penalizzi, come avvenuto da decenni a questa parte", conclude.
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