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Quando cadde il presidente Leone

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Il ricordo di come l'allora presidente della Repubblica fu costretto a dimettersi per la campagna diffamatoria da parte della stampa

Alla conclusione anticipata del settennato del presidente della Repubblica Giovanni Leone, sei mesi prima della sua naturale scadenza, contribuì la campagna scandalistica condotta per lungo tempo dalla giornalista Camilla Cederna sul settimanale "L'Espresso" e poi con il suo libro "Giovanni Leone. La carriera di un presidente''. Una campagna che si rivelò in seguito una clamorosa montatura diffamatoria, come fu riconosciuto da una sentenza della magistratura.

Uscito a marzo del 1978 presso la casa editrice Feltrinelli, in pieno rapimento dello statista democristiano Aldo Moro da parte delle Brigate rosse, il volume in due mesi fu un successo clamoroso, vendendo oltre 650.000 copie, innescando al tempo stesso polemiche a non finire sulla stampa, in Parlamento e nei palazzi del potere.

Le 250 pagine del libro della Cederna innescarono un putiferio di carattere politico-istituzionale nel periodo che è stato definito "la notte della Repubblica" per l'attacco del terrorismo. La giornalista de ''L'Espresso'' descriveva in 16 capitoli ''sarcastici e coincisi'' presunti retroscena poco chiari del sesto presidente della Repubblica. La giornalista aveva raccolto notizie su presunte disinvolte speculazioni finanziarie ed immobiliari della famiglia Leone, collegate a fatti relativi allo scandalo Lockheed. La crescente campagna di insinuazioni contro Leone non fu attenuata neppure dalla tragedia Moro. Il Capo dello Stato reagì con una querela per diffamazione. Il libro fu sequestrato, tolto dalla circolazione e condannato al rogo.

Assieme alla Cederna furono querelati per diffamazione l'allora direttore de ''L'Espresso'', Livio Zanetti, e la casa editrice Feltrinelli. Il tribunale di Varese, competente per la causa, condannò la Cederna e la Feltrinelli a un risarcimento di un miliardo di lire, sostenendo l'avvenuta diffamazione poichè nessun fatto citato nel libro era suffragato da prove.

Il 15 giugno 1978 Leone, costretto alle dimissioni, parlò alla televisione, facendo un drammatico annuncio. Rivolto agli italiani affermò: ''In sei anni e mezzo avete avuto un uomo onesto!'', poi comunicò le sue dimissioni. Immediatamente un giurista insigne come Arturo Carlo Jemolo affermò che dal punto di vista giuridico la presidenza Leone era stata ineccepibile.

Lo scorso 11 novembre il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo al Quirinale all'incontro di studio "Giovanni Leone. Presidente della Repubblica 1971-1978", nel ventesimo anniversario della scomparsa, ha ricordato come l'ex Capo dello Stato fu oggetto di una campagna "ignobile". Nel 1976 "aveva fatto irruzione, prima negli Stati Uniti d’America, il caso Lockheed, la multinazionale accusata di avere pagato tangenti a numerosi governi stranieri. Poi lo scandalo sbarcò in Italia per la individuazione della misteriosa figura di un uomo politico nascosto dietro uno pseudonimo - ha ricordato Mattarella -. Venne fatto in maniera ignobile il nome di Giovanni Leone, pur sapendo come fosse del tutto estraneo alla vicenda, ed ebbe inizio una stagione di tentativi di delegittimazione che sarebbe culminata in attacchi serrati e sistemici alla figura del Presidente della Repubblica".

2 anni fa
Autore
Claudio Mascagni

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