La narrativa di Gian Luca Campagna apre l'estate di Latina
???????Parte l’estate della cultura a Latina e parte con la rassegna letteraria ‘Una rotonda sul mare - aperitivo con l’autore’
Parte l’estate della cultura a Latina e parte con la rassegna letteraria ‘Una rotonda sul mare - aperitivo con l’autore’ all’interno del calendario Summer Season di Cethegus e comune di Latina venerdì 16 giugno alle ore 19 presso il secondo chiosco Appeal Beach a Rio Martino a Latina Lido. Il primo appuntamento è con lo scrittore e giornalista Gian Luca Campagna, di Latina, classe 70, che ha all’attivo 7 romanzi.
Sarà la professoressa Michela Sagnelli, curatrice della rassegna, a coinvolgere autore e pubblico in una chiacchierata attorno ai personaggi, all’architettura narrativa delle trame, ai filoni, ai topoi, alla fiction fusa con la realtà, alle sue letture, ai suoi viaggi, alle sue esperienze di vita e professionali.
L’esordio di Gian Luca Campagna con la narrativa lunga è segnato 2015, col romanzo ‘Molto prima del calcio di rigore’ (Drawup), poi arriva ‘Finis terrae’ (Oltre, 2016), con cui vince un paio di premi nazionali, per la forte tematica ambientalista trattata e per un intreccio mai banale e sempre ricco di colpi di scena in un noir mediterraneo che si dipana in una città di provincia non meglio identificata come Villareale. Poi ecco comparire il suo personaggio seriale, l’anarcodetective José Cavalcanti che vive le sue storie in Sudamerica: appare per la prima volta ne ‘Il profumo dell’ultimo tango’ (Historica, 2017), una drammatica e violenta storia vissuta su più piani temporali, come la dittatura argentina della junta militar, quella del Mundial 78, dei desaparecidos, dei voli della morte, delle madres de plaza de Majo e dei bambini rubati, seguito da ‘La scelta della pecora nera’ (Historica, 2020), secondo della serie, ambientato stavolta in Uruguay, dove compare anche il tycoon Silvio Berlusconi per la spregiudicata compravendita dei diritti televisivi del Mundialito di calcio. In questi due romanzi la tematica del perdono, della giustzia e della vendetta restano forti, seppure i personaggi restano fedeli ai loro diritti e ai loro doveri, amici e nemici, appartenenti ora al Bene ora al Male in una sorta di gioco dei simili e dei contrari che somiglia tanto a un Giano bifronte.
Un giallo dalle forti tinte noir è invece ‘L’estate del mirto selvatico’ (Frilli, 2019), ambientato completamente al Circeo, dove un gruppo di ragazzini ormai uomini si ritrova a distanza di 25 anni ad affrontare l’estate del 1990, quella della maturità, dei primi amori, della morte, del dolore, del lutto.
Poi, il salto con Mursia coi romanzi ‘Mediterraneo nero’ (2021) e ‘Il teorema dei vagabondi piotagorici’ (sempre 2021), terzo della serie con Cavalcanti protagonista. Il primo è un romanzo sempre dalle forti tematiche ambientaliste, in cui il protagonista, il giornalista Francesco Cuccovillo, dà la caccia a un fantomatico ingegnere lombardo che durante gli anni ‘80 e ‘90 era il grande burattinaio dei traffici illeciti dei rifiuti in Europa, avendo varato il sistema delle navi a perdere, con doppia truffa alle assicurazioni, finchè si getta alla ricerca del cargo Quadrifoglio Rosso. Il terzo romanzo con Cavalcanti protagonista è ambientato in Perù e appartiene alle innumerevoli chance che la vita fonrisce per cambiare il proprio corso.
“I romanzi sono una biografia collettiva. E guai se non fosse così, sarebbero strumenti editoriali autoreferenziali, scriveremmo tutti solo delle cose che ci piacciono senza tener conto che fuori di noi esistono diversi mondi” così ha sempre sottolineato Campagna. L’autore partirà dalla sindrome di Ulisse, o meglio a quella che viene definita come la wanderlust, l’incapacità cioè nel restare legati a un solo luogo, ma anche al senso dell’attesa, che l’autore ha sempre battuto e affrontato nei sentieri dei suoi romanzi, affascinato da Beckett, Camus e Buzzati, nonché da una folta schiera di autori ispanoamericani. Tutto parte dai classici, dalla tragedia greca alla vis comica latina (“come fai a non tener conto di quei pilastri? L’ineluttabilità del destino, il divorzio dell’uomo dalla vita, la sfida all’ignoto e al divino: parte tutto da lì, dall’eterno conflitto tra Eros e Thanatos, tra Bene e Male, tra umano e divino” sottolinea) e dai tre capisaldi manzoniani. “Manzoni è un campione della scrittura: utile, vero e interessante sono i fari che mi guidano quando scrivo”.
Commenti