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NordStream, l'esplosione e la grande farsa?

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Mentre affiorano indagini dei tedeschi a gennaio su una nave ucraina oggi tutti considerano quel danneggiamento sospetto

Inquirenti tedeschi hanno ispezionato a gennaio un'imbarcazione potenzialmente legata alle misteriose esplosioni che hanno danneggiato il gasdotto Nordstream. Ad annunciarlo oggi a Karlsruhe è stato l'ufficio della procura generale tedesca, spiegando che si sospettava che la nave fosse stata usata per trasportare ordigni esplosivi.

Nessuna informazione è stata poi divulgata quanto all'esito delle perquisizioni né sono state fatte dichiarazioni da parte delle autorità sui possibili responsabili degli attacchi del 22 settembre o su un loro movente.

"Inizialmente c'era l'ipotesi che fossero stati i russi a sabotare il Nord Stream, una ipotesi abbastanza surreale, considerato che rappresentava l'elemento di pressione più forte che la Russia potesse avere nei confronti dell'Europa. Distruggerlo sarebbe stato, a mio avviso, un comportamento suicida". Lo dice il generale di Corpo d'Armata Marco Bertolini, ex comandante Coi.

"Successivamente un'inchiesta giornalistica del premio Pulitzer Hersh accreditava l'ipotesi di un'azione delle forze speciali della Marina statunitense. Ora si parla di una azione fatta dai filoucraini: credo che chiunque abbia fatto questa cosa non abbia potuto prescindere da un supporto in termini di intelligence e risorse logistiche importante anche perchè non si tratta di un'impresa da poco, sotto il profilo organizzativo ed esecutivo. Credo, insomma, sia difficile escludere le conclusioni di Hersh, almeno a livello indiretto".

Poi, un'analisi del generale sulel forze in campo. "Era chiaro che gli ucraini avessero avuto perdite enormi, da sempre, anche se si è parlato solo di quelle russe. Hanno risorse umane limitate, più dei russi che hanno una popolazione maggiore. Non è una sorpresa, quindi, che gli ucraini abbiano avuto in combattimento anche giovani e anziani e questo dà la misura della crisi nella quale si trova l'Ucraina dal punto di vista militare". 

"Una crisi che in un certo senso era già stata prevista dal capo di Stato maggiore ucraino che già aveva detto mesi fa di temere una offensiva russa alla quale non erano in grado di far fronte se non con cospicui aiuti occidentali. Nella zona del Donbass dove i combattimenti sono più importanti, le perdite sono grosse, specie a Bakhmut ma non solo. La cosa confermata anche dal comandante della Wagner che in un video che sta circolando dice a Zelensky di far ritirare i suoi da Bakhmut, perché ora hanno a che fare solo con ragazzini e vecchi, non combattono più come prima con soli soldati professionali e addestrati. Anche noi, dopo Caporetto, mandammo al fronte i ragazzi del '99, appena diciottenni: un sacrificio enorme per il nostro Paese, ma nei momenti di crisi a volte si deve arrivare anche a questo. Certamente è un indicatore di crisi che non può essere ignorato".

"Ciò che sappiamo è che c'è stato un attacco contro i gasdotti del NordStream ma non siamo stati in grado di determinare chi fosse dietro" l'attacco. A dichiararlo è stato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, a Stoccolma. "Vi sono in corso indagini nazionali e credo che sia giusto attendere che siano concluse prima di dire altro su chi ci sia dietro" l'attacco, ha aggiunto.

1 anno fa
Autore
Pasquale Lattarulo

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