Quei fondi spostati contro il dissesto idrogeologico
L'opposizione insorge per lo spostamento dei fondi del Pnrr sul dissesto. Perplesso anche l'ordine degli architetti
"Ci auguriamo che lo spostamento ed il riequilibrio dei fondi del Pnrr non sia una marcia indietro rispetto agli obiettivi che riguardano le città ed i territori che rappresentano, come abbiamo più volte sottolineato, i veri elementi strategici all’interno del Piano poiché riguardano la qualità della vita dei cittadini. Non va snaturata la natura del Pnrr che nasce come una strategia nazionale che, partendo dal basso, si articola sui bisogni, sulle aspettative e sulle potenzialità di territori e comunità". Ad affermarlo in una nota è Francesco Miceli, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (Cnappc).
"Desta poi forte preoccupazione l’operazione che rimodula, tagliandoli, i fondi destinati ad interventi di contrasto al dissesto idrogeologico proprio ora che su questo fronte ci troviamo in una vera e propria emergenza, mentre è ormai chiaro a tutti che la prima infrastruttura di cui il Paese ha bisogno è la manutenzione e la cura del territorio", sottolinea Miceli.
"L’auspicio – conclude - è che siano ripristinate, con nuove fonti di finanziamento, le risorse destinate ai Comuni che hanno dimostrato una intensa attività nell’investire i fondi nell’interesse delle loro comunità".
La risposta della politica è più caustica. ?"Ormai non c'è più dubbio, è in corso un boicottaggio dei ministri contro Giorgia Meloni: un giorno annuncia un piano contro il dissesto idrogeologico e dopo poche ore i ministri le cancellano i fondi Pnrr necessari proprio contro il dissesto. Ieri Meloni annuncia che la lotta alla mafia è la bussola della sua azione, e oggi i ministri del suo governo cancellano con un colpo di spugna i fondi Pnrr destinati alla valorizzazione dei beni confiscati alle mafie. Ben 300 milioni, il più grande investimento degli ultimi 40 anni. Luoghi che sarebbero diventati Asilo nido, centri antiviolenza, centri servizi, presidi di mutualismo e legalità, oggi non hanno più un euro". Lo afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, parlamentare dell'Alleanza Verdi Sinistra."A parte gli scherzi, una nuova brutta notizia dal governo della destra, l'ennesima occasione buttata, come tutto il lavoro svolto da novembre 2021 delle amministrazioni comunali per aggiudicarsi questi fondi. Di fronte a scelte scellerate come questa, ricordare Falcone, Borsellino e le vittime di mafia diventa ritualità vuota. E d'altra parte, le offese di Salvini a Don Ciotti di qualche giorno fa e la messa in discussione del reato di concorso in associazione mafiosa sono segnali pessimi che questo governo - conclude Fratoianni - continua a dare. Ma non si vergognano mai?".
"Sono rimasto veramente molto colpito da questa decisione, che non era stata neanche negoziata con i Comuni, di uno spostamento di risorse su progetti su cui già sono state fatte le gare, con molti cantieri già aperti, con la giustificazione che non si finivano le opere in tempo quando poi, mentre queste opere erano cominciate, le altre su cui si sono spostati i soldi non si sono neanche pensate". Così il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi sulla revisione del Pnrr. "Poi c'è anche questa idea - ha aggiunto Manfredi - di spostare questi finanziamenti dei Comuni sui Fondi di sviluppo e coesione, che erano risorse che sarebbero andate ai territori. In realtà significa sottrarre 13,5 miliardi di euro alle necessità dei cittadini e alle infrastrutture sui territori, recupero urbano, efficientamento energetico, per destinarle ad altro. Una scelta che non mi trova assolutamente d'accordo".
Manfredi ha ricordato che "tra questi progetti noi abbiamo Restart Scampia e Taverna del Ferro, due interventi di cui abbiamo già fatto i progetti, sono state assegnate le gare, partiranno i lavori dopo l'estate, assolutamente in linea con tempi e i requisiti del Pnrr. Per me è incomprensibile che vengano spostati su altri fondi che sarebbero lo stesso dovuti arrivare ai Comuni. Significa che noi non potremo fare quello che avevamo pensato di fare".
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