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Gli Usa ancora a Taiwan inquietano la Cina

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A Taipei un'altra delegazione Usa, Holcomb incontra la Presidente Tsai Ing-wen. La reazione cinese: 'è la logica dell'egemonia'

La Presidente di Taiwan Tsai Ing-wen ha ricevuto un'altra delegazione ufficiale in arrivo dagli Stati Uniti. Il governatore dello stato dell'Indiana, Eric Holcomb, è arrivato ieri sera a Taipei per una missione di quattro giorni. La sua visita segue quella della 'speaker' della Camera, Nancy Pelosi, e quella del Senatore Ed Markey. Stati Uniti e Taiwan alleati chiave sulla sicurezza e l'economia nella regione dell'Indo pacifico, ha sottolineato Tsai. "Taiwan deve affrontare le minacce militari della Cina intorno allo Stretto. In questo momento, gli alleati democratici devono essere insieme e rafforzare la cooperazione a tutto campo", ha aggiunto la Presidente, rivolgendosi a Holcomb che, con il ministero dell'Economia, ha firmato un memorandum di intesa per facilitare la coopezione nell'impresa, nel commercio e nella scienza. L'agenda di Holcomb prevede incontri con rappresentanti dell'industria dei semiconduttori.

Pechino contro l'ambasciatore americano in Cina, Nicholas Burns. "Le affermazioni dell'ambasciatore Burns confondono ciò che è giusto con quello che è sbagliato e ancora una volta dimostrano la logica distorta ed egemonica degli Usa", si legge in dichiarazioni diffuse dal ministero degli Esteri di Pechino in risposta a un'intervista in cui il diplomatico ha affermato che il gigante asiatico deve convincere il resto del mondo che non intende essere un "agente di instabilità" e che agirà pacificamente nello Stretto di Taiwan dopo le tensioni seguite alla visita di Nancy Pelosi sull'isola.

La Cina torna a parlare di visita "provocatoria" della speaker della Camera Usa nella "regione cinese di Taiwan", di una "decisione sbagliata". Nell'intervista Burns affermava che Washington "non crede dovrebbe esserci una crisi nelle relazioni tra Stati Uniti e Cina per la visita" della Pelosi a Taiwan e che "è stata una crisi fabbricata dal governo di Pechino, una reazione eccessiva".

La diplomazia cinese replica a Burns affermando che più volte prima della visita della Pelosi a Taiwan - di fatto indipendente, ma che Pechino considera "parte inalienabile del suo territorio - la Cina ha segnalato agli Usa che "tutte le conseguenze sarebbero state responsabilità degli Stati Uniti". Dal ministero degli Esteri di Pechino tornano a ripetere le accuse contro gli Usa e a insistere sul "principio di una sola Cina", sul fatto che "nessun Paese, nessuna forza o soggetto dovrebbe mai sottovalutare la ferma determinazione e volontà, la forte capacità del governo e del popolo cinese a difendere la sovranità e l'integrità territoriale e realizzare la riunificazione nazionale".

2 anni fa
Autore
Claudio Mascagni

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