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Qatargate: il vaso degli scandali è ormai scoperchiato

parlamento europeo

I Verdi tedeschi molto chiari: "Con la corruzione di una sola persona non si ottiene nulla...". Intanto le indagini scavano

Il Qatargate, l'indagine condotta dalla magistratura belga per sospetta corruzione ad opera di Doha per influenzare il Parlamento Europeo, è destinato ad allargarsi ad "altri" eurodeputati, oltre alla vicepresidente Eva Kaili, destituita oggi con voto quasi unanime a Strasburgo. A dirlo è Hannah Neumann, eurodeputata dei Gruenen, gli ecologisti tedeschi (gruppo Verdi/Ale). Neumann è presidente della Darp, la Delegazione del Parlamento per i rapporti con la Penisola Arabica, della quale era vicepresidente Marc Tarabella e nella quale siede, come sostituta, la stessa Kaili.

"Temo che ce ne saranno altri - osserva - basta guardare la cosa razionalmente: cosa ci fai con un eurodeputato? O provi con altre istituzioni, o devi provare con più eurodeputati. Con uno non ottieni niente".

Per Neumann, la corruzione (presunta finora) svelata dagli inquirenti belgi è stata un'amara sospresa: "Ci sono sempre - spiega - colleghi più amichevoli con alcuni Paesi rispetto ad altri e il presidente della delegazione deve sempre cercare di trovare un equilibrio, essere diplomatica. Ho sempre pensato che queste posizioni fossero basate su differenze politiche e ora, dato che so che potrebbero esserci soldi coinvolti, la trovo davvero una rottura nel legame di fiducia che esiste tra colleghi. Ci sono molti Paesi terzi che cercano di influenzare la nostra democrazia. Ma per me il grosso problema è che uno, o forse alcuni dei miei colleghi ci sono cascati".

C'è un fatto "cospicuo", osserva l'europarlamentare di Speyer, nella Renania-Palatinato, ed è il fatto che "il nuovo ambasciatore del Qatar", Abdelaziz Bin Ahmed al Malki, "ha lavorato a lungo in Italia, come ambasciatore e come capo di un'organizzazione internazionale a Roma. Col senno di poi, potrebbe voler dire qualcosa, o proprio niente. Ma ora tutto è sotto esame".

L'ex presidente della sottocommissione Droi Antonio Panzeri "l'ho conosciuto - racconta ancora l'eurodeputata, classe 1984 - quando ho iniziato a lavorare nel Parlamento Europeo, ha chiesto di incontrarmi. L'ho incontrato: era uno dei tipici uomini italiani più anziani: non mi è piaciuto molto, ma non avevo motivo di sospettare qualcosa". 

"Stava facendo una campagna per il suo osservatorio per combattere l'impunità - prosegue Neumann - non ho compreso appieno il concetto di questo osservatorio, ma ovviamente voglio anch'io lottare contro l'impunità. Per me era più una persona che cerca fondi per la sua Ong, cosa che succede spesso a Bruxelles. Ma non sospettavo che ci fosse qualcosa di criminale dietro".

Anche Neumann, come altre eurodeputate, aveva notato dei cambiamenti nelle posizioni di alcuni colleghi nei confronti di Doha: "Mi ha colpito - spiega - il fatto che alcuni colleghi fossero molto pro-Qatar. Marc Tarabella (ha subito una perquisizione domiciliare e si è autosospeso dal gruppo S&D, ndr) ha fatto un cambiamento, ma nel corso degli anni, dall'essere contro il Qatar a essere più pro-Doha, ma in realtà anche quel Paese ha avuto un'evoluzione nella legislazione sui lavoratori migranti. Quindi la sua trasformazione non è stata del tutto assurda. Il Qatar non è il modello che alcuni hanno descritto, ma chiaramente c'è stata un'evoluzione. E ancora, forse non c'è niente. O c'è…".

"Poi - aggiunge Neumann - c'era Eva Kaili: internamente la chiamavo la portavoce della lobby del Qatar. Ma pensavo fosse solo un po' ingenua, non che fosse corrotta. Pensavo non capisse. Pensavo le avessero parlato e che lei semplicemente credesse alle cose che le dicevano". Crede che ci siano altre istituzioni coinvolte? "Non lo so. Davvero non lo so. Fino a pochi giorni fa non avevo sospetti di corruzione su nessuno."

Le relazioni del Parlamento con il Qatar ora saranno più complicate? "Per me - replica l'europarlamentare - è super difficile. Non voglio parlare con l'ambasciatore del Qatar ora perché, se le accuse sono vere, mi ha tradito. Mi ha tradito personalmente e ha tradito l'istituzione. Ci vuole un rapporto di fiducia per svolgere un lavoro così delicato. Dovevamo andare in Qatar a febbraio come Darp: ho appena cancellato la missione, perché non avrebbe avuto senso. Ora Tarabella non fa più parte della delegazione: era vicepresidente. Dobbiamo decidere cosa fare come delegazione - conclude - prima dobbiamo saperne di più sull'accusa, non è una decisione che si prende dall'oggi al domani".

1 anno fa
Autore
Claudio Mascagni

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