Costruzioni: Federbeton, a rischio cemento Made in Italy
L’import extra Ue non garantisce la sostenibilità e la produzione è quindi minacciata
Negli intenti, il nuovo Codice degli Appalti rappresenta un primo passo verso la tutela del Made in Italy nelle costruzioni. Stesso significato hanno anche i CAM (Criteri Ambientali Minimi) Edilizia. Si tratta di un indirizzo verso la preferenza per materiali di provenienza italiana o europea, ma mancano ancora riferimenti e pesi che lo rendano ineludibile nella pratica degli appalti.
Sull’argomento è stata molto chiara l’onorevole Erica Mazzetti, da anni assai vicina alle tematiche legate all’edilizia e alle costruzioni in genere: “Difendere il Made in Italy nel settore delle costruzioni, a partire dal cemento, significa tutelare imprese e posti di lavoro, e già questo sarebbe sufficiente, significa qualità dell’occupazione e non ultimo dell’opera stessa, ma significa anche sostenere un settore chiave negli sforzi per la decarbonizzazione, verso la quale le imprese della filiera edile sono orientate da tempo. Sicuramente, grazie al nuovo Codice degli Appalti tuteleremo maggiormente le imprese e i produttori di materiali come il cemento evitando pericolose infiltrazioni dall’estero a detrimento non solo dell’economia, ma anche del lavoro, dell’ambiente, della qualità dell’opera. Non solo, l’industria del cemento ha da subito e concretamente trasformato in pratica gli obiettivi della sostenibilità e della decarbonizzazione, come dimostrano i quasi 204 milioni di investimenti in tecnologie per la sostenibilità e la sicurezza nel biennio 2020-2022 e le circa 344.000 tonnellate di emissioni di CO? evitate, grazie alla biomassa presente nei combustibili di recupero”.
“Il nuovo Codice degli Appalti contiene un riferimento che intende tutelare i materiali edilizi di provenienza europea. Si tratta di un primo importante passo per scongiurare il rischio di deindustrializzazione. Auspichiamo che a questo primo segnale faccia seguito al più presto una indicazione per le stazioni appaltanti che ne favorisca l’immediata ed efficace applicazione – ha commentato Roberto Callieri, Presidente Federbeton -. I dati parlano chiaro e i prossimi anni saranno decisivi per il comparto del cemento e del calcestruzzo. Se le grandi opere in programma, ad esempio quelle previste dal PNRR, saranno realizzate con cemento italiano o europeo, da un lato contribuiremo a contrastare i cambiamenti climatici, e dall’altro è probabile che eviteremo il pericolo di chiusura delle nostre aziende. Inoltre, solo gli elevati standard qualitativi e ambientali italiani ed europei possono garantire affidabilità, sicurezza e durabilità delle opere”.
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