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Ma che bel casino nei partiti. Era questa l'unità nazionale?

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Considerazioni a letere della crisi di governo da parte del ministro Patuanelli e Mario Adinolfi sulla raccolta delel firme

Cade il governo in un momento delicatissimo della storia del Paese, tra pandemie, guerre, crisi energetiche e crisi climatiche. E qualcuno si pone una bella domanda sul senso di responsabilità.

"Patto Repubblicano ma senza Tizio, Caio e Sempronio. Agenda Draghi, ma senza agenda sociale. Scissioni che impongono condizioni. Correnti interne che dettano le linee politiche ai segretari. Raggruppamenti politici per metà al Governo e per metà all’opposizione. Partiti senza posizioni che tentano di posizionarsi. Transfughi in cerca di seggi sicuri. Era questa l’unità nazionale? Che gran casino". Lo scrive su Facebook il ministro e capodelegazione M5S al governo, Stefano Patuanelli.

“I partiti si arroccano nel Palazzo e dopo la più oscena legislatura della storia vogliono evitare che i cittadini possano scegliere di votare organizzazioni politiche diverse dalle loro. Loro non devono raccogliere una firma, noi decine di migliaia a ferragosto. Questa stortura del gioco democratico al limite dell’eversione deve essere fermata ora con un decreto che almeno dimezzi il numero di firme necessarie equiparandole a quelle che raccogliemmo nel 2018”. Così Mario Adinolfi tornando a chiedere al governo un decreto per la riduzione delle firme da raccogliere per la presentazione alle elezioni politiche del 25 settembre.

Le parole di Adinolfi arrivano a margine del tavolo di intesa costruita con altre forze politiche. Diventa infatti più ampio il fronte di Alternativa per l’Italia, la federazione di Popolo della Famiglia e Exit guidata proprio da Mario Adinolfi e Simone Di Stefano, in vista delle elezioni politiche. È lo stesso Adinolfi ad annunciare: “A seguito di un importante processo politico di condivisione valoriale maturato in questi mesi di lotta comune sono lieto di poter annunciare la convergenza in Apli di Più Italia, guidata dal presidente Fabrizio Pignalberi. Il patto programmatico e organizzativo parte da queste elezioni politiche e intende svilupparsi anche alla tornata di elezioni regionali che si terranno nel 2023. Nell’ambito di questo accordo aggregativo hanno offerto energie e candidature per le prossime elezioni politiche anche Italia Sovrana, il Partito dei Poveri e Uml Italia, con cui la piattaforma di Alternativa per l’Italia si arricchisce di esperienze umane e idee programmatiche forti, sempre dalla parte degli italiani più deboli".

"Mentre stiamo completando lo sforzo organizzativo e reiteriamo al presidente Mattarella la richiesta di esercitare la sua pressione sul governo affinché venga varato un decreto che almeno riporti al numero del 2018 le firme da raccogliere per presentare le liste, visto che i partiti protagonisti della legislatura più oscena di sempre da questa raccolta sono incredibilmente esentati, sottolineiamo con forza che il progetto aggregativo promesso Apli lo sta mettendo concretamente in campo. Pignalberi con Più Italia e le altre forze aggregate hanno dimostrato l’intelligenza politica di chi ha capito che l’unione fa la forza e veramente questa unità può portare a un sorprendente successo alle politiche del 25 settembre per Apli e la proposta alternativa allo squassante fallimento della legislatura appena conclusa”, conclude.

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Autore
Claudio Mascagni

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