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Dopo il caldo nei campi c'è paura per la grandine

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Con l’arrivo del maltempo al nord Italia dopo il grande caldo è allarme grandine nelle campagne dove sono in pieno svolgimento le raccolte

Con l’arrivo del maltempo al nord Italia dopo il grande caldo è allarme grandine nelle campagne dove sono in pieno svolgimento le raccolte, dalla vendemmia al mais fino al riso ma anche ortaggi e frutta come uva, mele, pere ed ancora pesche, albicocche e susine. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’allerta meteo della protezione civile nelle regioni del nord con forti temporali dopo un lungo periodo di temperature record.

La nuova ondata di maltempo arriva infatti in un 2023 si classifica fino ad ora in Italia al terzo posto tra gli anni più caldi dal 1800 con una temperatura superiore di 0,65 gradi la media storica da quando sono iniziate le rilevazioni nel 1800 secondo l’analisi della Coldiretti sui dati Isac Cnr nel primi otto mesi del 2023 dalla quale emerge che l’anomalia climatica è stata di +0,88 gradi al nord dove il grande caldo di settembre sta per finire con l’arrivo della pioggia.

Nelle zone interessate dall’allerta sono particolarmente concentrate le coltivazioni di frutta e sono state stese a protezione le reti antigrandine che tuttavia non ancora sufficientemente diffuse. La caduta della grandine nelle campagne è la più dannosa in questa fase stagionale per le perdite irreversibili che provoca alle coltivazioni, mandando in fumo un intero anno di lavoro.

La grandine colpisce i frutti in modo da provocarne la caduta o danneggiandoli in modo tale da impedirne la crescita o lasciando deformazioni tali da renderli non adatti alla commercializzazione. Un evento climatico avverso che si ripete sempre con maggiore frequenza ma a cambiare è anche la dimensione dei chicchi che risulta essere aumentata considerevolmente negli ultimi anni con la caduta di veri e propri blocchi di ghiaccio anche più grandi di una palla da tennis. Il risultato è che con l’ultima ondata di maltempo i danni alle produzioni agricole superano i 6 miliardi dello scorso anno, secondo Coldiretti.

Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.

1 anno fa
Foto: pixabay
Autore
Giada Giacomelli

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