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Conte spiega i no a Letta e a Draghi

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Il leader dei 5 stelle ad ampio raggio sul diniego delle alleanze col Pd e l'accusa di un programma poco green del governo

La rottura dell'alleanza col Pd in Sicilia "non è stata una rappresaglia o una ritorsione, dal Pd c'è stato un tentativo molto scorretto di addossare la responsabilità della crisi al M5S". Così Giuseppe Conte, leader dei 5 stelle, a Radio Popolare. "In Sicilia si stava lavorando sui contenuti", ma "hanno costretto la Chinnici" a inserire "impresentabili" nelle liste, un comportamento che "ha messo in imbarazzo lei e noi", attacca il leader pentastellato.

"Il comportamento dei vertici del Pd sono quasi costretto a rinunciare a comprenderlo. Letta non l'ho capito più dal momento in cui abbiamo presentato la nostra agenda sociale al governo Draghi, ho visto un Pd molto timido", dice Giuseppe Conte.

 

"Al di là del singolo discorso ritengo che il governo uscente abbia fatto bene su alcuni punti come il completamento della campagna vaccinale e del Pnrr, ma dobbiamo essere molto attenti perché ho molta preoccupazione del ritardo che stiamo accumulando su vari fronti. Dobbiamo assolutamente premere perché tutto possa essere realizzato in tempo". Così Giuseppe Conte, commentando il discorso di Mario Draghi al Meeting di Rimini. Per il leader M5S "l'eredità che questo governo lascia sul piano dell'agenda ecologica e sociale è molto modesta".

"Il vero bipolarismo è tra chi è fintamente 'green' e il M5S, che invece è convintamente al lavoro per dare una visione e strumenti attuativi per realizzare la transizione ecologica", dice il presidente del Movimento 5 Stelle. "Ritornare al fossile sarebbe una grande iattura per l'Europa e il pianeta. Il clima sta impazzendo, non abbiamo più tempo da perdere", aggiunge.

2 anni fa
Autore
Pasquale Lattarulo

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