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Tutti pronti a ridurre il gas russo?

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Mentre il premier Draghi a Bruxelles parla dell'ipocrisia dell Ue, gli Usa applaudono al nuovo pacchetto di sanzioni

Pagando il gas russo l'Ue finanzia la guerra e nell'Unione "questa consapevolezza c'è, sono 95 giorni che è iniziata la guerra, ma soprattutto in alcuni paesi c'è la consapevolezza di non poter fare altrimenti. E' una situazione frustrante, che mette in grave imbarazzo". Lo ha detto il premier Mario Draghi, rispondendo alle domande dei cronisti in conferenza stampa a Bruxelles. Per una volta niente ipocrisia dando il nome proprio alle cose.   

"Applaudiamo ai passi degli alleati e partner europei per ridurre la dipendenza dal petrolio e dal gas naturale russo diversificando le fonti di energia e riducendo il consumo in linea con i nostri condivisi obiettivi climatici" ha detto il portavoce del dipartimento degli Usa, Ned Price, accogliendo con favore l'annuncio da parte della Ue del nuovo pacchetto di sanzioni che prevedono che le importazioni di greggio russo saranno ridotte del 90% entro la fine dell'anno.

"Il fatto che nelle conclusioni del lungo e complesso Consiglio europeo sia stato dato mandato alla Commissione di studiare la fattibilità di un tetto al prezzo sulle importazioni del gas, è molto positivo per l’Italia. Il presidente Draghi è stato il primo a chiederlo in Europa e ha speso tutta la sua autorevolezza per conseguire intanto questo risultato, vincendo le resistenze di alcuni partner dell’Unione. Altrettanto importante è che, con il RePower Eu, si possa disporre delle risorse finora inoptate del Pnrr per implementare i piani nazionali per il contenimento del caro energia e per accelerare la transizione e la diversificazione energetica” ha detto il ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Mariastella Gelmini, intervenendo al convegno “Il Pnrr in Trentino, tra opportunità e rischi” a Trento.

2 anni fa
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

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