Recessione materie prime e caos superbonus
Secondo le sigle sindacali le criticità vengono dall’offerta delle materie prime, energia e grano
"Io credo che il rischio sul livello dell’attività economica non possa dipendere dall’attività della Bce. Il problema viene dall’offerta delle materie prime, energia e grano". Lo ha detto il presidente di Intesa Sanpaolo Gian Maria Gros-Pietro a margine di un convegno organizzato da Deloitte a Milano, rispondendo a chi gli chiedeva se a fronte della stretta monetaria ritenesse che in Italia ci fosse il rischio di una recessione.
"Noi -spiega Gros-Pietro- siamo d’accordo che i fondamentali sono solidi"; del resto "la speculazione fa il suo mestiere". E "quando ci sono degli elementi" di incertezza "la speculazione ci si butta". Per questo, ribadisce, "è importante l’attività della Bce".
"Dalla crisi nera dell'edilizia a una situazione insostenibile, è caos nei cantieri che stanno eseguendo i lavori edili con il superbonus". A lanciare l'allarme è la Fillea Cgil di Trapani che denuncia quella che definisce "una bolla speculativa che ha visto proliferare, in provincia di Trapani, centinaia di imprese che non avevano mai svolto attività edile". "La situazione - dice il segretario provinciale Enzo Palmeri - rischia di esplodere. Registriamo la presenza di imprese che hanno aperto i battenti solo per accaparrarsi i finanziamenti e i bonus energetici". Mentre il sindacato è alle prese con i primi stati di agitazione degli operai per i mancati versamenti e pagamenti alla cassa edile, inizia a montare la protesta nei cantieri privati in cui sono, al momento, occupati migliaia di lavoratori.
"Il blocco del governo della cessione dei crediti - continua Palmeri - sta mettendo in gravi difficoltà il mondo delle imprese, i lavoratori e i cittadini che hanno fatto richiesta di interventi edili. Se da un lato è stata corretta la stretta per il riconoscimento dei crediti attraverso l'introduzione di regole più severe, dall'altro ciò sta avendo pesanti ripercussioni su tante imprese sane che, non potendo incassare le somme, stanno fermando i cantieri e licenziando i lavoratori". La Fillea Cgil chiede alle Istituzioni di "intervenire per individuare le imprese sane e regolari che applicano correttamente i contratti collettivi nazionali, rispettano le norme e i tempi di esecuzione dei lavori, in modo che incassino le somme dovute. Il rischio - conclude - è quello di ritrovarci con centinaia di lavoratori edili licenziati e con cantieri che non verranno completati lasciando la provincia di Trapani piena di ponteggi e di contenziosi tra i privati e le imprese".
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