In Kazakistan con Eni investimenti oltre Oil & Gas
Il livello potenziale degli investimenti dell'Europa in Kazakistan è molto alto
"Il livello potenziale degli investimenti dell'Europa in Kazakistan è molto alto" e per questo "ci aspettiamo una maggiore presenza" dei Paesi Ue "nel nostro Paese". Con alcuni Stati, come l'Italia con l'Eni, la collaborazione è stretta e, oltre ai "grandi investimenti" nell'Oil & gas, ci sono progetti che abbracciano il settore delle rinnovabili, spaziando dall'eolico al fotovoltaico. Anche la Turchia ha un ruolo importante con "piccoli, ma numerosi progetti" guidati dalle Pmi mentre la Cina ha un ruolo guida nel manifatturiero. Lo ha affermato Meirzhan Yussupov, direttore del management board di Kazakh Invest, società statale con il fine di promuovere lo sviluppo socioeconomico sostenibile del Kazakistan, attirando investimenti esteri in settori prioritari dell'economia, a partire dall'Oil & Gas.
Nel corso di una conferenza stampa davanti a un gruppo di giornalisti stranieri arrivati a Nur Sultan per seguire il referendum costituzionale di domenica, Yussupov ha ricordato che dal 1991 il Kazakistan ha raccolto 380 miliardi di dollari di investimenti esteri diretti. I Paesi che maggiormente hanno contribuito sono stati Olanda, Stati Uniti e Svizzera seguiti da Russia e Cina.
L'esponente di Kazakh Invest ha quindi evidenziato i motivi che rendono il Kazakistan un'opportunità da cogliere. "Parliamo del nono Paese più grande al mondo per estensione con 2,7 milioni di km quadrati e una popolazione di 19,1 milioni di abitanti. Siamo la più grande economia dell'Asia centrale nonché lo Stato della regione con il reddito pro capite più alto", ha proseguito Yussupov, citando quindi l'ambiente estremamente 'business friendly' come testimoniato dal 34esimo posto nella classifica mondiale dell'Index of economic freedom
"Ma le ragioni per investire in Kazakistan non finiscono qui - ha aggiunto - Abbiamo una posizione strategica perché confiniamo con Cina e Russia e le nostre coste si affacciano fino al Mar Caspio. C'è grande abbondanza di risorse naturali. Oltre al petrolio e al gas, infatti, il nostro suolo è ricco di manganese, ferro, cromo, terre rare e possediamo tra le più grandi riserve mondiali di uranio. E infine - ha concluso - abbiamo una popolazione con un livello di istruzione medio molto elevato".
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