A gennaio 30 milioni di giornate non lavorate
L'analisi dell'Inps: all’inizio del 2022 è stata la causa del maggior numero di giornate lavorative perse
La pandemia ha inciso pesantemente sul mondo del lavoro sia in termini di sospensione delle attività e il conseguente ricorso alla cig, sia in termini di giornate non lavorate per malattia. Secondo il XXI Rapporto annuale Inps, dall'inizio della pandemia (gennaio 2019), nel settore privato, si è toccato il picco nel mese di gennaio 2022 con quasi 30 milioni di giornate di malattia, un valore che corrisponde a ben oltre un milione di assenti full month equivalent. Nel dato sono comprese le assenze dei soggetti fragili e in quarantena.
"L’impatto della pandemia nella riduzione dell’input di lavoro, anche senza ridurre i posti di lavoro, non si registra quindi solamente con i dati sul ricorso alle sospensioni ma anche con quelli relativi all’impatto delle assenze per malattia (o per quarantena): all’inizio del 2022 questa è stata la causa del maggior numero di giornate lavorative perse", si legge nel Rapporto Inps.
Inoltre, aggiunge l'Istituto, va considerato che "l’impatto degli eventi di malattia è per definizione meno prevedibile e quindi, per le aziende, organizzativamente più difficile da gestire che non il ricorso alle sospensioni".
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