Cookie Consent by FreePrivacyPolicy.com
Loader

Mattarella prende atto delle dmissioni di Draghi

Sergio_Mattarella_2018.jpeg

L'esecutivo resta in carica per affari correnti. Conte (M5S) si difende: 'il premier non ci ha tuelato'.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto al Palazzo del Quirinale il presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, il quale, dopo aver riferito in merito alla discussione e al voto di ieri presso il Senato, ha reiterato le dimissioni sue e del Governo da lui presieduto. Il Presidente della Repubblica ne ha preso atto. Il Governo rimane in carica per il disbrigo degli affari correnti.

Intanto Giuseppe Conte, leader dei grillini, si difende. "Nella replica del premier Draghi non si è parlato di salario minimo o di agenda sociale, ma sono arrivati attacchi diretti a superbonus e reddito di cittadinanza. Nessun accenno a garantire il rispetto delle forze politiche di fronte a chi proponeva di far fuori il Movimento 5 Stelle. Questo non lo potevamo accettare" ha detto il leader M5S Giuseppe Conte durante l'assemblea dei deputati grillini.

Poi, inevitabili, si rincorrono i parallelismi nella politica. Ecco quello che dice l'ex deputato Laboccetta. "La frase di Mario Draghi rivolta al Parlamento 'siete pronti?', più volte ripetuta a mo' di sfida, mi ha ricordato per alcuni versi il 'che fai mi cacci?' che Gianfranco Fini rosso in viso rivolse oltre 10 anni fa al premier Berlusconi. Anche la terza carica dello Stato dell'epoca, come oggi il banchiere Draghi, riteneva di essere indispensabile ed insostituibile per la nostra Italia. Così non fu, e così non è". Lo dichiara Amedeo Laboccetta, presidente dell'associazione Polo Sud ed ex deputato di centrodestra.

"La politica - aggiunge Laboccetta - deve e può tornare a svolgere un ruolo da protagonista. E possiamo ben dire che ieri il determinismo ha guidato le menti di coloro che si stanno rimettendo in sintonia con una larga parte del paese reale. Ma ora viene la parte più complessa della partita. Nessuno pensi di aver già vinto. Soprattutto quel centrodestra che vola nei sondaggi. Anche nel 1994 una gioiosa macchina da guerra era convinta di avere già il risultato in tasca. Questa volta, ancor di più, occorre cuore e cervello. Idee nuove e squadra convincente. Forse la politica può veramente rientrare dal suo esilio. Meloni, Salvini e Berlusconi sono davanti ad un grande appuntamento con la storia", conclude Laboccetta.

2 anni fa
Autore
Claudio Mascagni

Commenti