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2022: la grande fuga di fondi esteri da Piazza Affari

soldi euro

Fuga degli investitori esteri da Piazza Affari durante la pandemia: tra la fine del 2019 e il primo trimestre del 2022

Fuga degli investitori esteri da Piazza Affari durante la pandemia: tra la fine del 2019 e il primo trimestre del 2022, la percentuale del capitale delle società italiane quotate in Borsa detenuta dagli stranieri è calata dal 49% al 45%, mentre è salita lievemente sia quella in mano alle imprese (dal 3,8% al 4,7%) sia quella in capo alle famiglie (dall’11,7 al 12,2%%). Sono alcuni dei dati presenti in un’analisi del centro studi di Unimpresa sul valore delle società per azioni e la ripartizione delle quote. Nel periodo in esame, la capitalizzazione totale delle Spa presenti sul listino di Borsa è salita di quasi 43 miliardi (+8%), passando da 522 miliardi a 565 miliardi.

Per quanto riguarda invece l’universo complessivo delle società per azioni (sia quelle quotate sia quelle non quotate), si legge nell'analisi Unimpresa, il valore è salito di oltre 236 miliardi (10%), da 2.322 miliardi a 2.558 miliardi: è boom del valore delle quote delle società in mano alle famiglie, cresciute di oltre 201 miliardi (+23%).

“I disinvestimenti dei fondi esteri sono una spia che dovrebbe da un lato far scattare l’allarme rosso nel mondo economico-finanziario, dall’altro sollecitare i partiti che formeranno la nuova maggioranza di governo a promuovere, senza indugi, tutti gli interventi necessari a invertire la tendenza e trattenere i capitali dentro i nostri confini”, commenta la presidente di Unimpresa Giovanna Ferrara. “È necessario varare, con la massima urgenza, un pacchetto di misure in campo fiscale per snellire la burocrazia, per migliorare i tempi della giustizia civile, per abbassare il costo del lavoro e, più in generale, occorre rendere meno incerto il quadro normativo per chi fa impresa. Sono decenni che non viene delineato un progetto di rilancio lungimirante che guardi realmente al futuro cercando di risolvere i problemi del momento”.

Nel dettaglio, la quota delle partecipazioni detenute dalle banche, rileva Unimpresa, è passata da 80,7 miliardi a 84,6 miliardi, in crescita di 3,8 miliardi (+4,78%). Il valore delle Spa quotate in mano ad assicurazioni e fondi pensione è salito di 2,08 miliardi (+48,78%) da 4,2 miliardi a 6,3 miliardi. In calo, invece, il valore delle quote detenute dallo Stato centrale e quelle degli enti locali, rispettivamente di 2,6 miliardi (-10,17%) e di 170 milioni (-5,26%), nel primo caso passando da 26 miliardi a 23,3 miliardi, nel secondo caso da 3,2 miliardi a 3,06 miliardi. Flessione anche sul versante degli enti di previdenza: valore delle quote diminuito di 43 milioni (-7,89%), da 545 milioni a 502 milioni. È significativamente cresciuto il valore di Piazza Affari in mano alle famiglie: più 7,9 miliardi (+12,92%) da 61,4 miliardi a 69,3 miliardi.

L’aumento della capitalizzazione complessiva di Piazza Affari ha consentito di rimescolare le percentuali di possesso, evidenzia l'analisi. La “geografia” finanziaria italiana risulta così assai diversa se si confronta il quadro di fine 2019 rispetto a quello del primo trimestre del 2022. Durante i due anni di pandemia, dunque, i fondi esteri hanno visto calare il valore dei loro asset societari italiani di 30 milioni (-0,01%) da 256,54 miliardi a 256,51 miliardi, ma in termini percentuali è sceso ancora di più il loro peso su Piazza Affari: se, infatti, a fine 2019, i soggetti stranieri detenevano il 49,06% delle quote di società quotate, questa percentuale è scesa al 45,34% a marzo scorso. Un percorso negativo del quale hanno approfittato soprattutto le imprese, passate dal 3,88% al 4,77%, e le famiglie, passate dall’11,75% al 12,26%. Assicurazioni e fondi pensioni sono passati dallo 0,82% all’1,12%. In discesa, invece, le quote di partecipazioni detenute dalle banche (dal 15,45% al 14,96%), dallo Stato centrale (dal 4,97% al 4,13%), dagli enti locali (dallo 0,62% allo 0,54%), dagli enti di previdenza (dallo 0,10% allo 0,09%). 

Guardando invece l’universo delle società per azioni italiane, l'analisi Unimpresa evidenzia che il valore complessivo è salito di 236,1 miliardi (+10,17%), dai 2.322,2 miliardi di dicembre 2019 ai 2.558,4 miliardi di marzo 2022. Saldo positivo per le imprese, il cui patrimonio societario ha registrato una crescita di 30,03 miliardi (+8,49%) da 353,7 miliardi a 383,7 miliardi. Bilancio negativo per le banche: le loro quote in società per azioni sono scese di 14,5 miliardi (-4,84%) da 301,6 miliardi a 287,08 miliardi. Positivo anche l’andamento del patrimonio societario detenuto da assicurazioni e fondi pensione: da 61,08 miliardi a 72,2 miliardi in crescita di 11,1 miliardi (+18,25%).

2 anni fa
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

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