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Ballottaggio a Latina: Zaccheo pronto per le grandi sfide

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Si scalda la sfida nel capoluogo pontino: l'ex sindaco Zaccheo attacca l'attuale, Damiano Coletta: "È stato un incidente di percorso nella storia della città"

“Il mio obiettivo è quello di far diventare Latina la città delle grandi sfide”.

Parla già da sindaco Vincenzo Zaccheo, avverte il profumo della vittoria, “di un entusiasmo che in città non riscontravo da tempo. E lo sa chi mi ha trasmesso questa gioia? I giovani. Tanti. Non me lo aspettavo, sarò sincero. Girare in questi giorni di campagna elettorale incontrando l’affetto di così tanti giovani mi ha commosso”.

Forse non sarà un caso, ma l’ufficio del candidato sindaco Vincenzo Zaccheo s’affaccia sulla centralissima piazza del Popolo, è parallelo alla Torre comunale, stesso edificio di fondazione, stessa altezza di quel palazzo dove è già stato sindaco dal 2002 al 2010. Latina, la seconda città del Lazio, deciderà tra domenica 17 e lunedì 18 chi sarà il suo nuovo sindaco, se continuare a concedere fiducia a Damiano Coletta, sostenuto dal Pd e dalla sua civica, Latina Bene Comune, con cui rivoluzionò la città in termini di consenso nel 2016, o se invece virare su Zaccheo, figura storica per Latina, emblema della destra, che in termini numerici parte con un certo vantaggio sull’attuale primo cittadino: le urne si sono espresse in un eloquente 48,30% contro il 35,6% del sindaco uscente. Ora nel turno supplementare del ballottaggio la città è chiamata a rispondere senza più appelli.

Sindaco dal 2002 al 2010, Vincenzo Zaccheo ha pagato sulla sua pelle le lotte intestine del centrodestra che qui negli ultimi anni ha pensato bene più di distruggere che di costruire, tant’è che lo stesso Coletta in questa campagna elettorale supplementare tenta di avvertire la città che se dovesse vincere il suo competitor ci sarebbe ingovernabilità, proprio per la presenza in assise comunale di quegli eletti che 11 anni fa votarono contro Zaccheo. “Guardi, Coletta dovrebbe rispondere alla domanda per quale motivo in questi anni del suo governo ha cambiato 11 assessori e sono fuggite 32 figure apicali del Comune. Poi, sul perché io non accetti un confronto con lui è presto detto: io parlo di programmi, di chi possiede un’idea di città, lui ancora oggi continua a distinguere tra buoni e cattivi, offendendo me, la città e la comunità quando si permette di dire che io sono portatore delle istanze del male. Me lo lasci dire ma questo è inaccettabile, sono 11 anni che io non svolgo attività a Latina, mi sono sempre interessato ma sono stato lontano dai partiti e dalle istituzioni. Coletta si deve rendere conto una volta per tutte che lui in questa città è stato un incidente di percorso. E comunque, con Coletta il confronto ci sarà e presto: in Consiglio comunale”.

Si punta una medaglia sul petto Zaccheo, quella di essere il federatore naturale di un centrodestra che qui proprio il 15 aprile 2010 votò contro di lui quando era sindaco, aprendo di fatto pagine buie nella storia recente di Latina. “In questa città è inutile nasconderlo ma si sono fermate le lancette dell’orologio -continua-, la gente mi ha sempre sollecitato a riprendere l’attività amministrativa, sia per l’amore che nutro verso Latina sia per la mia capacità di attrarre risorse”. E snocciola numeri, esempi e modelli, Vincenzo Zaccheo. Non vede l’ora di (ri)cominciare, non sta più nella pelle. “Guardi, stiamo perdendo 15 giorni. Io martedì 19 ho l’incontro col ministro della pubblica istruzione Bianchi per i fondi da convogliare nelle scuole, sia in termini di messa in sicurezza che di rinnovamento per l’impiantistica sportiva. Questa città deve raggiungere un obiettivo: quello di diventare nel 2032 la città più giovane d’Europa che brinda al suo centenario in perfetta salute” dice convinto.

Ecco, il programma di Zaccheo e del suo centrodestra è presto fatto: consolidare le facoltà universitarie d’eccellenza nel nucleo di fondazione, in modo che l’ateneo pontino sia un fiore all’occhiello per l’Italia e per l’Europa; ripartire col progetto di una Marina rigenerata e con la realizzazione del porto a Foce Verde, autentica chimera di questa città di 130mila anime che possiede un litorale lungo ma senza un approdo degno di questo nome, tanto che il lido appare rispetto alla città un accessorio territoriale fastidioso; valorizzare il comparto agricolo e il suo indotto, allargandone il mercato verso l’Europa. “Lo sa qual è il mio sogno? Non vorrei più ascoltare un giovane che dice ‘me ne vado da questa città perché non offre nulla’. In questi giorni di campagna elettorale ho allora chiesto ai giovani di Latina di costruire un percorso insieme” rivela con una punta di emozione. Forse Zaccheo si sente un po’ l’uomo della provvidenza: lontano dalla scena politica, istituzionale e partitica per oltre 10 anni, ora brilla nel ruolo di collante di un centrodestra che pare aver trovato un minimo di serenità dopo gli anni delle guerre intestine, sente l’investitura al terzo mandato di sindaco in un momento storico in cui l’Italia ha ripreso a correre dopo il momento buio dell’emergenza sanitaria, con la pioggia dei milioni di euro a disposizione in nome del Piano nazionale di ripresa e di resilienza. “Quando ero sindaco ho intercettato per questa città fondi per 189 milioni di euro, ma all’epoca ero un uomo di partito, oggi sono un uomo della città e un federatore della comunità di Latina: io unisco, qualcun altro è stato capace solo di dividere tra buoni e cattivi” saluta. Tra qualche giorno ci sarà un ballottaggio in corso. 

2 anni fa
Autore
Gian Luca Campagna

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